30 settembre 2009

red dust storm: one last souvenir from australia


ehhh sì, nonostante si sia rimesso piede in terra italica da ormai una settimana, il ricordo di questo viaggio rimane ben presente e tatuato nelle nostre giovani menti.
Tra racconti agli amici e racconti a noi stessi per renderci conto che tutto questo è stato veramente realtà...mi pare necessario ricordare l'evento che ha caratterizzato il giorno della nostra partenza e che ha tanto sorpreso sia noi che la maggior parte degli australiani&co a Sydney in quella mattina del 23 settembre 2009. La tempesta di sabbia.
Avevamo già sentito qualcosina in proposito la sera prima al telegiornale e dal quel che si capiva doveva esser un fenomeno imponente e inusuale (e lo si intuiva anche dal fatto che la rubrica meteo era durata un bel 10 minuti......Giuliacci è un dilettante in confronto).
La nostra reazione immediata fu una via di mezzo tra "uhmmm, cavoli, domani dobbiam partire" e "uhmmm...uhmmm". Ma mai, avremmo immaginato di trovarci cotal spettacolo al nostro risveglio.
Le prime luci dell'alba che entravano dalla finestra della nostra camera filtravano una luce diversa dal solito, meno fastidiosa, ma molto più calda...e così la meraviglia nel sollevare la tenda e trovarmi un cielo mattutino color rosso australiano fu qualcosa di speciale, la prima volta in 2 mesi che mi svegliavo di botto e senza ripensamenti prima delle 7!! Dico, è stato veramente qualcosa di miracoloso!!!
Marta, nonostante le palpebre un po' calanti (era effettivamente prestino, e anormale che io iniziassi a parlare con senso compiuto così presto) riuscì comunque a godersi quel momento magico...io preso da una vena artistica...o forse era panico da apocalisse...presi la macchina foto mi lanciai nel cortile dell'ostello prima, e per strada poi a scattare un tot di foto di quella che è stata la mia prima tempesta di sabbia "live".
Sulla strada c'era una atmosfera strana, ovattata sia dal colore rosso arancione persistente del cielo che dal lento risvegliarsi della città, un silenzio rotto qua e là dalle sirene delle ambulanze (che secondo me andavano a soccorrere quei pazzi che nonostante la tempesta di sabbia non avevano rinunciato al loro jogging quotidiano...e restavano irrimediabilmente intossicati per l'aria un po' pesantina...).
Effettivamente anche io, stando fuori a scattar fotografie, iniziavo ad accusare i primi sintomi di mancanza d'aria pulita ma ero troppo preso da quello che vedevo e non ci pensavo troppo.



Mi piace pensare che sia stato un ultimo saluto del cuore rosso dell'Australia, quel cuore che per quasi 3 settimane ci ha tenuto stretto stretto a lui, regalandoci panorami incredibili, giorni con il sole a picco e notti da battere i denti per il freddo, polvere rossa che una volta che si attaccava ai vestiti non andava via manco dopo 2 lavatrici, le notti più stellate che avessimo mai visto e quella sensazione di libertà che raramente si riesce a provare altrove, libertà a 360°...le vie da percorrere erano tutte intorno a noi, bastava solo trovarle e forse...alcune di esse siamo riusciti a scovarle e a seguirle.
...Credo anche che ci abbia lasciato molto di più, ma forse non lo comprenderemo mai o forse verrà con il tempo, sicuro si è già instaurato dentro di noi e ci ha arricchito di qualcosa di molto prezioso.

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